Dal 20 maggio 2019 è in vigore la direttiva sui prodotti del tabacco, inizialmente applicabile agli ambiti di produzione, distribuzione e vendita delle sigarette e del tabacco da arrotolare. Non saranno ammessi sul mercato prodotti non serializzati in modo univoco e privi dei dati specifici dei pacchetti, inoltre tutte le transazioni dovranno essere acquisite e condivise lungo l'intera supply chain. Entro il 2024 la direttiva riguarderà anche tutti gli altri prodotti del tabacco. Lo scopo della direttiva TPD è perseguire a livello Europeo un alto livello di protezione della salute per i cittadini e assicurare al contempo il controllo del contrabbando.

Le modifiche introdotte interessano l'intera supply chain: dai produttori ai distributori, dai grossisti ai dettaglianti. I requisiti per le singole aziende possono tuttavia risultare diversi; per adottare una risposta appropriata sarà necessario ottenere la conformità in modo efficiente, implementando la soluzione nell'ambito dei processi esistenti e non aggiungendo un altro processo separato. Olivier Frère, esperto di tracciabilità presso Zetes, pone l'accento su tre aspetti fondamentali da perseguire ai fini della conformità:

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1. Individuare e comprendere i propri obblighi

In primo luogo, è importante che gli stakeholder della supply chain comprendano appieno ciò che la direttiva comporta e come possono rispettare gli obblighi previsti. I movimenti di tutti i prodotti del tabacco verranno ora acquisiti e registrati lungo tutta la supply chain, dal punto di produzione a quello di distribuzione e da qui fino al punto vendita.

Un approccio di questo tipo non è adatto a tutti. Ad esempio, alcuni grossisti potrebbero disporre della capacità di gestire il magazzino, ma è altamente improbabile che possiedano anche le capacità necessarie per acquisire, gestire e trasferire in modo efficiente tutti i dati richiesti al router europeo. La direttiva si applica anche agli operatori di vendita in mobilità che effettuano consegne dirette a negozi, distributori automatici o ad aziende che spediscono i prodotti ai punti vendita: la conformità dovrà essere garantita in ogni fase e in ogni punto della supply chain.

2. Selezionare il partner che fornirà la soluzione

Per adeguarsi efficacemente alla direttiva, gli stakeholder devono:

  • Scegliere attentamente il partner che fornirà la soluzione. Deve trattarsi di un'azienda che operi già a stretto contatto con la Commissione Europea e che disponga di una solida conoscenza dei requisiti.
  • Sarà opportuno considerare partner che vantino forti credenziali di track-and-trace per i mercati regolamentati. L'efficienza aziendale, e quindi la conformità, possono risentire negativamente della mancanza di strumenti tecnologici adeguati, di capacità di aggregazione dei dati o di funzionalità pronte per le necessità future.
  • Sarà opportuno assicurare il costo minimo per le risorse utilizzate, chiarendo che la soluzione proposta può essere integrata nei processi esistenti e non in una soluzione indipendente autonoma. Tutto questo aumenta i rischi e i costi per i processi attuali.
  • Occorre inoltre verificare che il partner disponga della possibilità di interfacciarsi con il repository primario tramite il router europeo.

Per i produttori, la soluzione deve garantire l'identificazione delle confezioni e dei prodotti, necessaria per i processi di serializzazione e di aggregazione e per la tracciabilità. La soluzione completa deve inoltre fornire un repository primario in cui confluiranno tutti i dati pertinenti e i relativi dettagli.

I grossisti, i distributori e i retailer dovranno disporre di una soluzione in grado di acquisire, integrare e pubblicare i codici di identificazione univoci e i dati di vendita specifici, al fine di identificare le transazioni e i relativi destinatari.

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Per un'azienda esistono due modi di implementare una soluzione di conformità. Il primo è un sistema integrato collegabile a tutti i database esistenti, per massimizzare l'efficienza o per velocizzare le tempistiche; il secondo è una soluzione di tipo standalone, che, tuttavia, dovrà includere la capacità di evolvere in una seconda fase, per migliorare l'efficienza dei processi e assicurare la conformità.

3. Integrare correttamente le attività aggiuntive nei processi di magazzino/trasporto

Se i progetti di conformità vengono introdotti nel modo giusto, potranno portare a miglioramenti dei processi aziendali e non essere visti solo come un costo supplementare dovuto alla nuova normativa. Sebbene la realizzazione di un progetto di conformità alla direttiva TPD possa essere vista come un elemento di disturbo per l'attività aziendale, con un appropriato orientamento e con l'implementazione di tecnologie e di sistemi di automazione adeguati, la conformità può in realtà portare a un aumento del valore aggiunto e a una maggiore visibilità sulla supply chain.

Se i progetti di conformità vengono introdotti nel modo giusto, potranno portare a miglioramenti dei processi aziendali e non costituire solo un costo supplementare dovuto alla nuova normativa.

In un mercato in cui tutti perseguono l'efficienza operativa e le nuove normative richiedono sempre più trasparenza sui movimenti dei prodotti, le aziende devono sapere cogliere questa opportunità per trarre vantaggio dai benefici apportati dalla tracciabilità lungo la supply chain, implementando una piattaforma flessibile che eviti l'uso di soluzioni separate per ciascuna normativa.

 

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