Nel settore della moda e dell'abbigliamento, i resi non sono certo un fenomeno nuovo. Storicamente però non hanno mai rappresentato percentuali di vendita molto significative.

23% - Il tasso medio dei resi per la moda online

Ebbene oggi, nell'era delle vendite multicanale, tutto questo è cambiato. È il dato che emerge dalla Fashion Returns Review, un'indagine recentemente condotta dall'associazione di categoria di e-retail IMRG, secondo la quale il tasso medio di resi nel settore abbigliamento si attesta al 23%. Un valore che per alcune linee e marchi può essere molto più elevato: si parla di cifre superiori al 50%.

Si prospetta quindi una complessa sfida per i retailer: come gestire i resi e al tempo stesso minimizzare i costi, ridurre la svalutazione del magazzino e massimizzare i margini?

Il flusso dei resi è anche omni-canale

I prodotti resi possono andare incontro a destini alquanto differenti, a seconda della condizione di usura, ma anche dell'ubicazione e del costo dei processi richiesti in relazione al valore residuo della merce. In un contesto ideale i resi, in condizioni impeccabili, possono essere reimmessi subito in magazzino, presso il centro di distribuzione o nel punto vendita. Tuttavia la realtà può essere ben diversa, in quanto in genere è necessaria qualche lavorazione di ripristino, in particolare per la confezione. È anche probabile che il prodotto non sia richiesto proprio nel punto in cui si trova, quindi occorrerà trasferirlo fino al luogo desiderato.

Come ottenere il massimo valore residuo dai resi

Con oltre un quarto delle vendite che in realtà non sono affatto "vendite", è essenziale per i retailer implementare processi rapidi ed efficienti per recuperare il massimo valore residuo dalle merci rese al minimo costo aggiuntivo.

Il processo di gestione dei resi è condizionato da molti fattori, tra cui la strategia di marketing, la brand image e il servizio clienti, tuttavia non può prescindere dai dati  relativi ai costi sostenuti e dai flussi di cassa recuperati. Due sono le funzioni principali del processo, una delle quali è di per sé molto positiva: fungere da "fornitore" per provvedere alle necessità di rifornimento dei punti vendita fisici e online; meno positiva invece è la seconda funzione, volta a massimizzare i flussi di cassa recuperati e a minimizzare l'impatto sui margini di quella che, dopo tutto, altro non è se non una mancata vendita.

La completa visibilità è essenziale

Per affrontare questa complessa situazione nel migliore dei modi sono necessarie politiche e procedure accuratamente definite e processi decisionali ben ponderati. Sono inoltre richiesti sistemi informatici in grado di identificare, monitorare, tenere traccia dei singoli resi secondo procedure appropriate e possibilmente riportare il prodotto nel magazzino in condizioni commerciali accettabili, rendendo la sua disponibilità visibile nelle giacenze di magazzino.

Le soluzioni adottate dovrebbero permettere di gestire in-store i resi in modo efficace, assicurando visibilità ai prodotti rientrati e quindi gestendo il loro reintegro nello stock. Se il reso viene rinviato al centro di distribuzione, sia direttamente che tramite il punto vendita, il sistema deve essere in grado di identificare il prodotto e la sua condizione o le eventuali misure di ripristino necessarie ad esempio per la confezione; infine si dovrà gestire il trasferimento del reso nel magazzino appropriato, riducendo al minimo la movimentazione, i costi e i tempi.

È vitale per il management poter contare su una visibilità capillare che consenta di identificare i prodotti a magazzino e che sia allineata con aree di business specifiche, come ad esempio quei prodotti destinati ad ordini "click and collect", prodotti che nonsono quindi più disponibili. In questo modo si ha una visibilità completa su rifornimenti, disponibilità e validità dell'offerta di e-commerce, oltre che sulla capacità di evadere un ordine da parte del punto vendita.

Un tale sistema permetterebbe inoltre di implementare il "management by location", formula chiave per la logistica inversa, ovvero la capacità di distinguere la merce da rendere al centro di distribuzione da quella in attesa del controllo qualità, da smistare ad altri punti vendita, da smaltire ecc. È questo il livello di capillarità dell’informazione che permette di gestire in modo più efficace il punto vendita con la capacità di conoscere l'ubicazione effettiva della merce, una maggiore accuratezza, una migliore capacità di evadere gli ordini e in ultima analisi, la possibilità di presentare al cliente un'offerta migliore, con livelli di scorte inferiori. Se ancora non fosse chiaro, ciò significa margini migliori e maggiori profitti.